Uno studio svizzero ha messo in evidenza i rischi legati al consumo del tonno in scatola: i risultati inequivocabili.
Il tonno in scatola è un alimento gustoso, versatile e subito pronto. Sono tantissime le persone che lo consumano abitualmente. C’è chi ama mangiarlo da solo e chi, invece, non può fare a meno di inserirlo all’interno dell’insalata. È perfetto per un pranzo al sacco oppure come ripieno per un panino da condividere in spiaggia.
![Nuovo allarme per il tonno in scatola](https://www.fondazionefegato.it/wp-content/uploads/2024/06/tonno-in-scatola-23062024-fondazionefegato.it_.jpg)
Purtroppo, ci sono dei rischi da non sottovalutare. Una ricerca svizzera, basandosi sui dati raccolti, ha messo in evidenza una certa pericolosità. I risultati parlano piuttosto chiaro. Il problema principale risiede nella presenza di una contaminazione. Ecco come fare per evitarla.
I pericoli del tonno in scatola: la ricerca parla chiaro
Il tonno in scatola è consumato da una parte consistente della popolazione. Alcune persone lo mangiano anche più di due volte a settimana. Il suo sapore si sposa bene con tanti altri alimenti. Inoltre, non c’è bisogno di mettersi ai fornelli. Basta aprire la confezione e servirlo. Una ricerca svizzera, però, ha deciso di portare avanti uno studio per individuare eventuali tracce di contaminazione. I risultati emersi sono davvero allarmanti.
Per condurre lo studio, sono stati raccolti dei campioni e portati in laboratorio. Ognuno di essi conteneva, in quantità più o meno elevate, il bisfenolo A e il glicidolo. Si tratta di due sostanze potenzialmente pericolose. La prima, in particolare, è in grado di alterare l’equilibrio endocrino dell’organismo. La seconda, invece, stando ad alcuni dati, aumenterebbe il rischio di cancro. Il colpevole non è l’alimento in sé, ma la scatoletta.
![I pericoli del tonno in scatola](https://www.fondazionefegato.it/wp-content/uploads/2024/06/mangiare-tonno-23062024-fondazionefegato.it_.jpg)
È stato stabilito un nuovo limite secondo il quale un adulto non dovrebbe consumare più di 12 nanogrammi di bisfenolo A al giorno. È una dose piuttosto bassa, soprattutto se inserita all’interno del contesto alimentare odierno. In passato, le norme europee erano molto più permissive.
Un consumo saltuario, ovviamente, non è in grado di compromettere la salute degli individui. Il problema si presenta davanti a un uso smodato del prodotto. Gli esperti, per questo motivo, consigliano di inserirlo all’interno di un’alimentazione varia ed equilibrata. Per le persone che proprio non possono farne a meno, esiste un’alternativa altrettanto buona. Essa consiste nel tonno contenuto in barattoli di vetro.
Tale materiale è più sicuro perché privo di bisfenolo A e di glicidolo. La contaminazione, di conseguenza, è completamente assente. Il costo è sicuramente maggiore, ma i benefici per l’organismo sono inequivocabili.