L’aspetto alimentare del paziente epatopatico è un aspetto molto delicato.

Oggi rispondiamo ad alcune domande riguardanti proprio questo ambito.

1 – Alimentazione e fegato: la mia dieta può influire sulla salute del mio fegato?

La risposta è sì! Se soffri di una malattia di fegato è fondamentale che tu segua una dieta sana, varia, bilanciata, che includa tutti i principali nutrienti (carboidrati, proteine e grassi “buoni”) e che sia priva di alcool. Una nutrizione adeguata è importante per mantenere il fegato nella migliore condizione di funzionalità, evitando così che l’organo sia esposto a un sovraccarico di lavoro e a insulti tossici che possano eventualmente arrecare danno (per esempio: alcool, tossine alimentari).

Quindi, quali alimenti evitare? Alcolici (vino e birra inclusi), fritture, alimenti crudi non abbattuti, funghi non controllati, alimenti molto salati o molto dolci.

Quali alimenti preferire? Pane, pasta, riso, cereali (anche integrali), carni magre (meglio carni bianche che carni rosse), frutta e verdura di stagione.

2 – Soffro di cirrosi epatica, che tipo di dieta dovrei seguire?

Per le persone affette da cirrosi epatica la nutrizione ha un ruolo fondamentale nel prevenire l’insorgenza di malnutrizione e “sarcopenia”.

Per sarcopenia si intende una ridotta massa muscolare. La cirrosi epatica, di per sé, determina alterazioni del metabolismo che portano a uno stato di aumentato consumo energetico, ovvero all’utilizzo di riserve di energia che, in mancanza di una dieta adeguata, conducono negli anni a uno stato di sarcopenia che, a sua volta peggiora lo stato di salute generale e del fegato stesso.

Per evitare questo rischio, è utile che chi soffre di cirrosi epatica riceva adeguati consigli alimentari, inclusa l’elaborazione di un piano alimentare ad hoc che tenga conto dell’età, dello stile di vita e di eventuali comorbidità.

3 – Fegato grasso e dieta: qual è la miglior dieta da seguire?

Le evidenze scientifiche pubblicate sinora mostrano come l’obiettivo principale per chi soffre di fegato grasso sia la perdita di peso, mantenuta nel tempo.

Per questa ragione, diete drastiche ed eccessivamente limitanti nella quantità, o qualità, degli alimenti sono difficilmente sostenibili nel lungo termine. La dieta mediterranea invece è ricca di alimenti salutari che aiutano a migliorare lo stato di salute del fegato e che potenzialmente possono aiutare a far regredire la malattia a uno stadio più lieve.

La dieta mediterranea di fatto è uno stile di vita, che si basa su un alto consumo di verdure, cereali, legumi, olio extravergine d’oliva, frutta secca, carni bianche e su un basso consumo di carni rosse, insaccati, formaggi, prodotti dolciari.

Alla dieta si abbina uno stile di vita attivo che includa almeno 3-4 sessioni di attività fisica alla settimana, possibilmente di tipo aerobico.

È provato che i pazienti che aderiscono a questo stile di vita abbiano una miglior prognosi non solo in termini di malattia di fegato ma anche di salute generale.

4 – Fegato grasso. Attenzione alla qualità e quantità dei grassi.

Un eccessivo consumo di grassi saturi può incidere negativamente sul metabolismo dei carboidrati e dei grassi, favorendo lo sviluppo di steatosi epatica e aumentando il rischio di aterosclerosi.

I grassi saturi sono contenuti soprattutto in condimenti di origine animale come burro, strutto, carni rosse, insaccati

Pertanto, per chi soffre di steatosi epatica è raccomandato un basso apporto di grassi saturi. Pur senza esagerare nella quantità, sono da prediligere nella dieta i grassi mono e polinsaturi, che hanno invece un effetto positivo sul metabolismo, migliorando il fegato grasso e riducendo il rischio di complicanze cardio-vascolari.

Questi grassi “buoni” si trovano soprattutto nei condimenti di origine vegetale (come l’olio extravergine d’oliva), nel pesce e nella frutta secca.

5 – Fegato grasso e carboidrati. Qual è il rapporto?

I carboidrati sono importanti per la salute del fegato ma non sono tutti uguali. La raccomandazione generale è di ridurre l’apporto di alimenti ricchi di zuccheri semplici e quindi ad alto indice glicemico come bevande zuccherate, dolci, biscotti, merendine.

Sono da preferire carboidrati di origine integrale, contenuti in legumi, cereali, prodotti a base di farine integrali. Questi alimenti sono più ricchi di fibre e quindi evitano repentini rialzi della glicemia.

Questa raccomandazione nasce dalle valutazioni di molte società scientifiche che hanno osservato come un alto apporto di zuccheri semplici e uno sbilancio nel metabolismo degli zuccheri abbia un ruolo rilevante nella patogenesi e nella progressione del danno nel fegato grasso.