Che cos’è la cirrosi?

Con il termine cirrosi si intende la sostituzione della normale struttura del tessuto epatico con altro tessuto, fibroso e non vitale, con distruzione delle cellule del fegato, gli epatociti.

Alla lunga questa trasformazione del tessuto epatico, se non trattata e quindi non fermata in tempo, può dare problemi di insufficienza epatica, ovvero causare un funzionamento ridotto dell’organo: una situazione che può anche avere conseguenze fatali. Il processo che porta alla cirrosi non è mai improvviso ma evolve lentamente; all’inizio subdolamente, senza sintomi.

Oggi la scienza medica può rallentare o fermare questo processo di degenerazione strutturale.

Quali sono le cause della cirrosi?

Gli studi hanno evidenziato come la somma di epatite cronica ed abuso alcolico possono accelerare i tempi in cui si sviluppa la cirrosi. Si tratta comunque di un processo lento: normalmente infatti ci vogliono 20 anni dall’inizio del processo all’esordio dei sintomi della cirrosi stessa.

Nella maggior parte dei casi la cirrosi è causata da:


Alcol

L’alcol può essere causa scatenante di una cirrosi o una concausa, qualora il paziente affetto da cirrosi abbia già una epatite cronica.

Il meccanismo di azione che porta l’alcol a sviluppare la cirrosi è il seguente: il fegato metabolizza l’alcol in prodotti chimici tossici, che avviano il processo di infiammazione. Non è possibile dire quale sia la quantità massima di alcol che si può tollerare giornalmente senza rischiare la cirrosi, perché lo scatenarsi del processo infiammatorio dipende anche da una predisposizione genetica.

Secondo i dati statistici circa il 10-20% dei forti bevitori sviluppano la cirrosi, laddove per forte bevitore si intende una persona che assume una quantità di alcol di 30 grammi o più al giorno. In ogni caso, molti di coloro che assumono quantità di alcol superiori ai 10 grammi al giorno, presentano un danno epatico.


Epatiti virali croniche

L’epatite C è la seconda principale causa di cirrosi. Circa 1 su 4 soggetti con epatite C cronica sviluppa cirrosi.

Anche infezioni croniche con virus dell’epatite B e D possono causare cirrosi, sebbene sia utile ricordare che l’epatite D è un’infezione opportunistica possibile solo in pazienti che hanno già contratto l’epatite di tipo B.

Sono necessari 20 anni o più perché i pazienti con epatite virale cronica sviluppino cirrosi. Come accennato, i tempi diminuiscono anche del 50% in caso di pazienti bevitori.


Steatoepatite non alcolica (NASH)

A volte, l’eccesso di grasso nel fegato scatena un processo infiammatorio, condizione nota come NASH. L’infiammazione potrebbe eventualmente portare alla cirrosi. La NASH è spesso correlata al diabete, all’obesità, a patologie coronariche acute e a malnutrizione proteica.


Patologie delle vie biliari

La bile è un fluido digestivo prodotto dal fegato. Scorre attraverso i dotti biliari e raggiunge la colecisti e il piccolo intestino, dove aiuta a digerire i grassi. Se i dotti biliari sono danneggiati o ostruiti, la bile torna indietro nel fegato. Questo porta ad un’infiammazione e, potenzialmente, alla cirrosi. Due forme comuni di patologie dei dotti biliari sono la colangite sclerosante primitiva, spesso correlata a coliti, e la Colangite Biliare Primitiva, che colpisce principalmente le donne.


Patologie ereditarie

Alcune patologie ereditarie o congenite (cioè che si presentano alla nascita) possono causare cirrosi. Tra queste citiamo:

  • emocromatosi, che provoca un anomalo accumulo di ferro nell’organismo e quindi anche nel fegato;
  • morbo di Wilson, condizione che fin dalla nascita determina un accumulo di rame nel fegato con concentrazioni 20 volte superiori ai valori normali;
  • deficit di alfa 1-antitripsina, una malattia per cui negli epatociti si formano aggregati insolubili di questo enzima che alla lunga determina danno epatico;
  • glicogenosi, che impediscono all’organismo di utilizzare correttamente gli zuccheri e favorendo così il loro accumulo anche a livello del fegato;
  • epatiti autoimmuni, da anomalie del sistema immunitario che portano a infiammazione del fegato.


Esposizione ad agenti tossici (epatotossine)

L’epatotossina più conosciuta è il tetracloruro di carbonio (CFC-10), non tossico per il fegato nella sua forma non metabolizzata e la cui tossicità è incrementata dall’attività del fegato e dall’assunzione di bevande alcoliche. Tra le altre epatotossine troviamo il berillio, il cloroformio, il tricloroetilene e il cloruro di vinile.

Quali sono i sintomi e le complicanze della cirrosi?

Solitamente la cirrosi è, nei primi anni, asintomatica. Con il passar del tempo e,con l’avanzare del processo di fibrosi, la cirrosi può causare questi sintomi e complicanze:

  • perdita di appetito, astenia, nausea e vomito, perdita di peso;
  • ittero, una colorazione giallastra della cute e delle sclere;
  • prurito, causato dalla ritenzione dei prodotti della bile nella cute;
  • confusione e altre alterazioni mentali, fino al coma;
  • dilatazione o rottura delle vene nella porzione inferiore dell’esofago per aumento della pressione sanguigna nei vasi diretti al fegato.

Come si diagnostica la cirrosi?

Il tuo medico può sospettare la cirrosi basandosi sulla tua storia clinica e con il riscontro di alcuni segni cutanei tipici (spider naevi, eritema palmare, dita a bacchetta di tamburo, ittero sclerale, edema, ascite, circoli collaterali latero-addominali, colorito cutaneo, etc.). Un fegato indurito associato ad una milza ingrossata è un segno indicativi di cirrosi.

Per confermare la diagnosi, il tuo medico può aver bisogno di effettuare ulteriori indagini invasive o non invasive.

Come si tratta la cirrosi?

Gli obiettivi del trattamento sono bloccare o rallentare la progressione della cirrosi, in modo da prevenire un ulteriore danno epatico, e limitare le conseguenze della cirrosi stessa che possono essere disabilitanti o pericolose per la vita.

Le terapie variano a seconda della causa che ha prodotto la cirrosi.

Da sapere

Se hai la cirrosi:

  • evita completamente l’assunzione di sostanze alcoliche
  • parla col tuo medico dei farmaci che assumi, compresi antidolorifici da banco, come l’aspirina, l’ibuprofene, l’acetaminofene, il paracetamolo e il naprossene.
  • riduci l’uso di sale per condire gli alimenti al fine di prevenire o ridurre l’accumulo di liquidi
  • parla col tuo medico della possibilità di effettuare vaccini contro l’epatite B o A.

Nei casi in cui la cirrosi non riesce ad essere fermata, potrebbe rendersi necessario il trapianto di fegato. I medici analizzeranno il tuo stato di salute complessivo per determinare se sei un candidato idoneo al trapianto di fegato; è importante, quindi, mantenersi quanto più possibile in salute dal momento in cui è stata diagnosticata per la prima volta la cirrosi al fine di allungare il più possibile la “durata” del tuo fegato e darti così più possibilità di essere sottoposto a trapianto.